Il primo passo per raggiungere il tuo potenziale come persona altamente sensibile è accettare di esserlo - Testimonianza
Crescendo, ricordo mio padre - un uomo gioioso e molto socievole - che giocava sempre con me, facendomi ridere, ma anche molto confuso a causa del mio comportamento, dal momento che non riusciva a capire perché non fossi loquace o rumorosa come gli altri bambini. Era preoccupato della mia tendenza alla solitudine e si innervosiva molto perché ero l'unica bambina che non combatteva per il proprio turno sullo scivolo, aspettando, invece, che le fosse offerto (cosa che non è mai accaduta). La mia timidezza, la mancanza di amici e la sensibilità ai suoni forti e la sensibilità in generale, erano tutti un vero enigma per lui.
Ovviamente, ero una persona altamente sensibile (PAS), ma all'epoca non lo sapevo.
Mio padre, passava velocemente dalla modalità papà simpatico alla modalità papà scontroso quando mi vedeva “piangere” e subito si rivolgeva a me con la domanda: “Come mai?“ Questa era la domanda da un milione di dollari che i miei genitori mi ponevano qua piangevo. Per loro non sembrava esserci mai una ragione "abbastanza buona" per le mie lacrime.
Lacrime che sgorgavano quando: Papà mi sgridava, quando una piccola discussione si accendeva tra i miei genitori, oppure, quando venivo presa di mira da un compagno di classe. Queste erano situazioni che mi facevano sentire emotivamente sopraffatta.
"Perché stai piangendo?" È stata una delle domande che ho sentito di più nella mia infanzia e adolescenza. Quando piangevo mio padre diceva: "Il mondo ti mangerà viva se ti vede piangere"; "Nessuno ti sta facendo del male, smettila!"; “In questo modo sembri debole”; “I bambini e le persone ti prenderanno di mira” e così via... Ovviamente, sentirmi dire cose del genere non mi ha di certo aiutata ad abbracciare la mia sensibilità o imparare a conoscere il mio tratto di persona altamente sensibile.
Ad oggi sono trascorsi 13 anni: sono una giovane donna che è stata in terapia, cosa molto importante per le PAS, ed ha una migliore comprensione di se stessa. Attraverso la terapia ho appreso che sentire le cose più intensamente della maggior parte delle persone è normale, tanto come assorbire le emozioni degli altri, quasi come fossero le proprie e non ultimo essere facili alle lacrime. Ho anche imparato che sentirmi profondamente in sintonia con tutte le piccole cose che mi circondano faccia parte della mia alta sensibilità, come apprezzare intensamente il testo di una canzone, oppure ammirare la bellezza di un albero o incantarmi alla vista di un fiore. Ad oggi, come risultato della scoperta di me stessa, sono in grado di condividere ciò che ho imparato con gli altri. Anche con mio padre!
È capitato, ad esempio, che un giorno mentre parlavamo in cucina e mio padre stava ricordando mio nonno scomparso qualche anno prima, gli dicessi: “Papà, è normale sentirsi tristi.” "Sì, lo so.” mi rispose, sospirando e guardando la stufa. “Dico sul serio.” E mettendogli la mano sulla schiena continuai: “Non devi trattenere le lacrime. Puoi piangere. Va bene così!” Pian, piano, iniziò a singhiozzare sulla mia spalla.
Questo episodio è stato molto utile, infatti, nel corso degli anni, mio padre è diventato molto più informato sulle emozioni, sulla salute mentale e sulle persone altamente sensibili. Se ora capita di vedermi piangere, mi abbraccia e cerca di tirarmi su di morale, senza farmi più sentire in colpa per le mie lacrime.
Non combatte più la mia sensibilità, ma la accoglie.
Ci sono voluti parecchi anni prima che io e mio padre ci venissimo incontro e durante il lungo percorso egli mi ha più volte confessato che era estremamente preoccupato per il mio essere "troppo sensibile". Era convinto che le persone si sarebbero approfittate di me, poiché non tutti nel mondo sono gentili o capiscono la sensibilità. Del resto lui era stato cresciuto in modo duro - e credeva che questo lo avesse reso forte per affrontare il mondo – pensava che fosse giusto fare la stessa cosa con me, che essere duro potesse rafforzarmi e proteggermi. Credeva, in questo modo, sinceramente di prendersi cura di me, non di ostacolarmi.
Solo adesso posso capirlo. Tuttavia, per molto tempo, ho creduto che le parole dure che mi indirizzava: "debole", "strana", "fragile", "noiosa" e "solitaria" fossero tutti aggettivi che facessero realmente parte della mia identità. Ero convinta di essere profondamente imperfetta.
Di conseguenza, ho simulato e nascosto molte parti della mia personalità per adattarmi. Ho imparato a fingere di essere annoiata invece che ansiosa, stanca invece che triste. Ho cercato disperatamente di desensibilizzarmi, reprimendo lacrime ed emozioni intense e trasformandole in qualcosa di "più duro", come la rabbia. Ovviamente, questo “buffering emotivo” non mi ha affatto giovato: avrei comunque avuto il peso di tutti gli strati emotivi che ho tenuto nascosti, e man, mano divenivano più intensi che mai.
Fino a un certo punto della mia vita ho sempre pensato che tutto sarebbe stato per sempre così, che avrei dovuto sopravvivere nel mondo nonostante quei “difetti” – nonostante le mie emozioni e il mio modo di essere. Solo, dopo svariati anni, dopo aver letto parecchi libri e aver trascorso innumerevoli ore in terapia, potrest mai immaginare chi è diventata una psicologa infantile? In grado di aiutare i bambini a dare un senso ai loro sentimenti ed emozioni? Sì, proprio io, l'ho fatto! Nel mio lavoro mi impegno costantemente ad aiutare i bambini a trovare modi più gentili, più genuini per esprimere la loro sensibilità e per sentirsi compresi.
Se potessi viaggiare indietro nel tempo, direi a me stessa che ogni persona ha un proprio posto e non esiste un solo percorso, ma ne esistono molti!
Se sei una PAS, sii consapevole che il tuo apporto è necessario per questa società e anche se molte persone non lo capiscono (anche quelle più vicine!), molte altre, invece, riconosceranno la tua unicità e la tua profondità d’animo.
Ecco cinque modi per esprimere al meglio il tuo potenziale come persona altamente sensibile:
1. Sii aperto a nuove esperienze
Se sei come me, prima di affrontare un’esperienza, potresti ritrovarti mentalmente a immaginarla più volte per valutare se varrà o meno la pena di affrontarne gli input, lo stress sociale e sensoriale. Ma anche la più dettagliata delle immaginazioni, fidati, non sarà mai come vivere l’esperienza dal vivo (andare in palestra, seguire una lezione, ecc.), non è come essere lì. Senza tralasciare il fatto che potrebbe essere un'occasione per incontrare persone affini a te.
Nella mia vita, pensavo che non avrei mai voluto lavorare con i bambini. Li trovavo estremamente fastidiosi, anche durante il mio percorso di studi in psicologia! Solo quando mi è stato richiesto di fare un'esperienza professionale di supervisione con i bambini mi sono resa conto che, nonostante conoscessi la teoria e le procedure, non era affatto come viverla personalmente. Sono rimasta molto sorpresa quando mi sono ritrovata a divertirmi, soprattutto, quando ho pensato che fosse l'ultima cosa che avrei fatto nella mia vita. Chi poteva immaginarlo?!
2. Riconnettiti con un'attività che ti piaceva da bambino
Le nostre vite frenetiche possono portarci a fare solo cose che consideriamo produttive. E, come PAS, potresti trovare nuovi modi per aiutarti a far fronte alla tua regolazione ed espressione emotiva. Chiediti, ad esempio, "perché" ti è piaciuta una certa attività o compito, per scoprire cosa è stato emotivamente appagante.
Ad esempio, molti bambini si divertono a giocare ai videogiochi per ore e ore, non solo perché è divertente, ma per tutto il controllo che hanno nel farlo. Si sentono potenti, forti e sicuri. Da bambina giocavo con le mie bambole, inventando storie di ogni tipo perché mi sentivo libera di creare quello che volevo. Quando ci pensi, non è molto diverso dalla mia vita ora quando realizzo video con effetti visivi o scrivo storie per esprimermi.
3. Impara ad accogliere i tuoi sentimenti e ad accettarli
L'amore per se stessi significa anche accogliere le proprie emozioni e sentimenti. Quando lo fai stai facendo un enorme favore alla tua salute mentale. Reprimere le emozioni e i sentimenti non è giusto, perché ti aiutano a valutare le relazioni e le aree della tua vita che potrebbero aver bisogno di cambiamento o miglioramento.
Anche se si è Altamente sensibili, riconoscere che i pensieri negativi fanno parte della condizione umana e non per questo bisogna sentirsi una persona "sbagliata", è probabile che in alcuni giorni potresti sentirti un po' giù, ma nel momento in cui ne uscirai lo fari arricchito sicuramente da preziose informazioni.
4. Ricorda: anche se non tutti "capiranno" la tua sensibilità, molte persone lo faranno
"L'ironia della solitudine è che la sentiamo tutti allo stesso tempo." Il poeta Rupi Kaur ha scritto questo verso potente che tengo sempre a mente. Molti PAS, tendono a nascondere le proprie parti vulnerabili, sensibili o "strane" mentre, invece, desidererebbero condividerle.
La mia esperienza personale potrebbe essere un valido esempio: mi sono iscritta a TikTok per divertimento. Inizialmente, i miei video hanno a malapena ottenuto qualche visualizzazione, ma ho comunque continuato a farli per divertimento, condividendoli convinta che nessuno ne sarebbe stato interessato, e invece, lentamente sono arrivata a 7000 follower. È stata una sorpresa, scoprire che il mio umorismo che ritenevo semplicistico e nerd (che anche i miei amici più cari non condividevano), è stato effettivamente apprezzato da molte persone.
Quindi ricordate, miei colleghi PAS, abbracciate la vostra sensibilità e condividetela con gli altri. Non sto dicendo che dovete unirvi a TikTok, ma è importante trovare forme espressive che vi piacciano: scrittura, musica, arte o qualsiasi altra forma espressiva vi appassioni, dando spazio alla parte creativa che è in voi.
5. Dai una possibilità ai bravi terapeuti
Prima di studiare psicologia, da adolescente sono andata da alcuni terapeuti e per quanto amassi essere ascoltata all'epoca, li trovavo veramente inutili. Non riuscivo a capire perché alcuni di loro mi facessero fare disegni o altre attività, mentre altri mi davano solo suggerimenti di base, come fare una passeggiata se non mi sentivo bene.
Poco tempo dopo, però, ho avuto modo di conoscere differenti approcci utili per le persone altamente sensibili e nel tempo ho trovato quello che ritengo il migliore per me. Tra l'altro, mi sono anche impegnata nello scegliere il professionista giusto per me.
Anche se alcuni PAS potrebbero pensare che andare in terapia sia un incubo, spesso si tratta solo di trovare l'esperto giusto per te.
Non dimenticare che la tua sensibilità è qui per fare la differenza, per creare un mondo più gentile e nutriente. Ironia della sorte, potrebbe essere che anche coloro che si preoccupavano della tua eccessiva morbidezza (pensa a mio padre) a loro volta non avessero potuto esprimerla e non riuscissero a trovare nessuno con cui farlo quando ne avevano invece più bisogno.
Ricorda: la tua unicità è la tua bellezza; la tua sensibilità è sinonimo di speranza e di gioia.
(liberamente tratto da: highlysensitiverefuge)
Se senti il bisogno di approfondire, confrontarti o parlare su ciò che ti riguarda in quanto PAS contattami, sarò felice di aiutarti.
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Anna Maria Le Moli
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