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La mia storia

Aggiornamento: 24 feb 2021


Il percorso di malattia e guarigione che mi ha guidata alla scoperta del talento

Quando avevo 20 anni cominciai a soffrire di disturbi endocrinologici, ma solo all’età di 30 anni i medici furono finalmente in grado di rilevare che la mia ipofisi era compressa dalla presenza di un adenoma prolattino-secernente grande come un chicco d’uva.

Ero una persona molto, molto sensibile e allo stesso tempo anche molto stressata, in quanto, da perfetta persona altamente sensibile (P.A.S.), percepivo il mondo in maniera amplificata, e dal momento che non avevo ancora compreso come poter esprimere la straripante sensibilità che mi caratterizzava mi sentivo piuttosto infelice. Poiché, non consentivo alle mie emozioni di sgorgare in maniera fluida e armoniosa, con molta probabilità il mio sistema immunitario ne risentì, ma come scoprii in seguito, non fu solo questo il motivo.

Ci vollero 10 anni di terapie e ricerche per arrivare dapprima ad una diagnosi e successivamente ad un complesso intervento chirurgico; fu un percorso difficile, che mi permise dopo lo choc iniziale e la successiva presa di coscienza, di attivarmi in una fervida ricerca, per dare risposta alla domanda che si muoveva dentro di me: Perché?

Incominciai a studiare tutto ciò che potesse aiutarmi a decifrare il significato di quel determinato tipo di tumore, per comprenderne il suo significato simbolico e il messaggio che sentivo fortemente veicolasse. Man, mano, compresi che il mio corpo prima di ammalarsi, attraverso un linguaggio che all'epoca non capivo, aveva tentato ripetutamente di parlarmi, mandandomi numerosi segnali ed avvertimenti che non ero stata in grado di cogliere. In quel periodo della mia vita, infatti, non avevo ancora imparato ad ascoltare la voce interiore, mettendola continuamente in dubbio e facendo esattamente il contrario di quello che mi suggeriva; con molta probabilità anche l’innata tendenza a programmare, a pianificare, a tenere tutto sotto controllo, avevano giocato un ruolo determinante, come del resto anche il dare priorità al benessere altrui piuttosto che al mio. L’aspetto che sicuramente incise fortemente, fu la decisione inconscia di non voler riconoscere e dar voce ad una parte di me, quella che consideravo debole e fin troppo emotiva, troppo sensibile, lasciando così, libera azione ad un aspetto decisamente più razionale e affidando a quest'ultima l’intera gestione della mia vita. Era come se nel mio mondo interiore si fosse attivata una battaglia silenziosa, ma estremamente tossica, tra una prevaricante parte più logica e razionale e una più sensibile ed emotiva, che costrinse quest’ultima al silenzio. Con molta probabilità da questa lotta interiore si generò e manifestò la malattia.

Il percorso verso la guarigione è stato lungo ed articolato, ma senz’altro una lezione di vita molto importante! Una presa di coscienza, che mi consentì di innescare un processo alchemico di guarigione, che mi condusse ad accogliere ed integrare quella parte sensibile, che tanto avevo combattuto e messo in disparte. Fu così che, dopo un lungo percorso di ricerca e guarigione permisi, infine, che prendesse vita ciò che fino a quel momento avevo impedito e da qui ebbe inizio un costante flusso comunicativo tra quegli aspetti di me rimasti sino ad allora così distanti.

Il processo di guarigione, mi diede l'opportunità di scoprire con grande meraviglia che proprio quella parte che tanto detestavo e consideravo debole, perché troppo sensibile ed emotiva, mi apriva la porta ad una nuova esistenza e a un nuovo modo di essere, di relazionarmi e di lavorare.

È così che scoprii in me capacità sconosciute e inespresse come la predisposizione a entrare in profonda empatia con l’altro e l'inclinazione ad ascoltare con attenzione e partecipazione. Cominciai pian, piano a notare che le persone che conoscevo, anche da poco, si sentivano a proprio agio con me, aprendomi il proprio cuore con semplicità. Di conseguenza, fu così che, affinando queste attitudini naturali, giunsi alla professione che oggi svolgo con passione e amore.

Tra l’altro, attraverso l'amara esperienza della malattia, ho sperimentato quanto l’onesta volontà e il potere dell’intenzione incidano sul processo di guarigione e trasformazione. Ho verificato che la forza più potente di guarigione risiede in ciò in cui si crede: sì, perché durante il cammino non ho mai, mai, pensato un solo attimo di non farcela, di non guarire, di non uscire dalla sofferenza interiore e soprattutto di non poter realizzare il sogno di essere mamma. La direzione e la forza per percorrere questo articolato cammino di auto-conoscenza l'ho attinta dalla saggezza di antichi maestri e millenarie tradizioni, unita ad una costante ricerca e una instancabile volontà. Un cammino a volte solitario e intimo - che nel mio caso ha interessato la malattia, ma per altri può prendere le mosse da altro - attraverso il quale ho messo in pratica ed integrato, giorno, dopo giorno, nuove scienze e antiche conoscenze.

Prima di pubblicare questa intima narrazione sono stata a lungo combattuta, essendo una persona molto riservata ero in dubbio se affidare al web una storia così privata, ma poi ho deciso di scrivere e condividere, perché la mia esperienza possa essere spunto di riflessione per chi in questo momento della propria esistenza, anche se non necessariamente toccato dalla malattia come nel mio caso, senta forte il bisogno e il desiderio di trasformare la propria vita. Il mio racconto si rivolge in particolar modo a chi si accorge che nel proprio modo di esprimere se stesso esistono aspetti inespressi o inascoltati, oppure, si sente bloccato in qualche modo o circostanza.

Posso testimoniare con certezza che è possibile dar voce al malessere che ci portiamo dentro, senza arrivare necessariamente, come nel mio caso, ad ammalarsi. Uno dei primi passi è sicuramente dare ascolto ai segnali che il corpo ci invia, è importante imparare a mettersi in ascolto, piuttosto che nascondere e lasciare inespresse le spinte emotive che si muovono dentro ciascuno di noi, perché è da li che scaturisce il malessere. Allora impariamo ad ascoltare i segnali del corpo, la voce interiore, facciamo fluire l’energia emotiva e trasformiamo il mal-essere in ben-essere e soprattutto, impariamo a comunicare in maniera giusta con noi stessi e con gli altri.

Molto spesso, però, da soli non sempre è facile ed immediato e un aiuto esterno che possa ascoltare empaticamente ed attivamente è necessario. Un professionista che possa sostenere e aiutare a fare ordine nel grande disordine del momento di vita potrebbe risultare veramente prezioso.

Io ci sono, chiamami!

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