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Immagine del redattoredr.ssa Anna Maria Le Moli

Autostima e Assertività cosa sono e come accrescerle?

Aggiornamento: 26 set

Cosa è l’autostima? Potremmo considerare l’autostima una sorta di autovalutazione, un’autocertificazione che ciascuno di noi conferisce a se stesso, modificabile sempre, in qualsiasi momento in cui lo si desideri veramente.


Ebbene, l’autostima è quel valore percepito che ognuno ha di se stesso, quel senso di auto-apprezzamento da cui scaturisce la fiducia nelle proprie azioni e nelle proprie capacità.

È infatti, solo grazie alla fiducia verso se stessi che si raggiungono obiettivi che diversamente sarebbe arduo raggiungere, poiché è proprio la fiducia in se stessi che, se alimentata quotidianamente, preserva la motivazione e la volontà verso il raggiungimento del proprio scopo.

Il valore che conferiamo a noi stessi è il risultato di fattori sia interni, che esterni a noi di cui possiamo essere più o meno consapevoli. Tra i fattori interni che incidono nella formazione della personale autostima, va senz’altro considerato il giudizio che abbiamo di noi stessi, come tendiamo a descriverci, i pensieri che abbiamo su di noi e come questi si manifestino attraverso il dialogo interiore, non ultime, giocano un ruolo importante anche le emozioni che scaturiscono da tutto ciò. Tra i fattori esterni, che invece concorrono ad espandere o meno l’autostima, troviamo la riuscita nel raggiungere obiettivi e il peso che il giudizio altrui ha su di noi.

È attraverso questo processo di interazione tra esperienze esterne ed interne, che sin dai primissimi anni di vita si costruisce l’autostima, evolvendosi insieme ai vari aspetti che man, mano andranno a costituire la personalità dell’individuo.

Nella costituzione di un buon livello di autostima, dunque, la qualità dei primi anni vita ha un peso determinante. Indubbiamente, sia le esperienze positive vissute nei primi enti di socializzazione, quali la famiglia e la scuola, che delle buone relazioni tra pari concorrono nel favorire una adeguata autostima. Allo stesso modo incidono fortemente anche le esperienze negative, causando un abbassamento del senso di autostima.

Un buon livello di fiducia in se stessi viene espresso mediante un comportamento assertivo. Senza autostima, infatti, non può esserci assertività, questi due aspetti sono fortemente interconnessi tra loro, una buona autostima, infatti, fornisce quel senso di sicurezza nelle proprie idee ed azioni, senza la paura del confronto con gli altri.

Una giusta dose di autostima ed assertività permettono di adattarsi alle circostanze della vita con una maggiore flessibilità e una maggior resistenza nei confronti dello stress.

Tra l’altro, autostima e assertività sono indispensabili per il benessere sia fisico, che emotivo, poiché facilitano la creazione di buone relazioni sociali e rendono le persone più consapevoli del ruolo che ricoprono nel loro contesto sociale.

È piuttosto diffuso infatti, che una scarsa fiducia in se stessi sia strettamente legata a stati di ansia e a stati depressivi, ulteriore buon motivo per preoccuparsi di coltivare e rinforzare la fiducia in se stessi.

Il comportamento assertivo, secondo la psicologia, è la capacità di affermare il proprio punto di vista, esprimere i propri pensieri e tutelare i propri interessi con spontaneità, senza ansia e soprattutto nel rispetto degli altri.

Essere assertivi, quindi, significa riuscire a prendere le difese di se stessi nell’ambito delle relazioni interpersonali, in maniera adeguata e rispettando i diritti altrui. Ad esempio, nel bel mezzo di una discussione, essere assertivi vuol dire sapere esprimere la propria posizione, con lo scopo di raggiungere un obiettivo specifico, senza esagerazioni e senza attaccare i propri interlocutori.

In sostanza, essere assertivi vuol dire saper comunicare con gli altri efficacemente senza essere soggiogati da sentimenti di inferiorità e senza, per contro, compiacersi di sé stessi o vivendo il rapporto con gli altri in modo aggressivo e ostile.

Per imparare ad essere assertivi, dunque, occorre trovare quel giusto bilanciamento tra due atteggiamenti opposti: passività e aggressività.

La capacità di mettere in equilibrio questi due opposti atteggiamenti si rivela particolarmente utile nell’arte del comunicare assertivamente. Spesso, però, accade che non si riesca a far valere le proprie posizioni, non solo perché non si possiedono grandi abilità comunicative, ma perché uno dei due atteggiamenti, passivo o aggressivo, prevale facendo sì che le personali ragioni non siano adeguatamente espresse o accolte.


Essere assertivi è, perciò, fondamentale sia per esprimere ciò che sentiamo e crediamo senza paura del nostro o dell’altrui giudizio, ma significa anche saper dire NO quando ciò che viene proposto non è in linea con il proprio sentire. Per far sì che si tratti di un rifiuto chiaro e deciso è necessario saper riconoscere a monte i propri bisogni e saper usare tatto e fermezza per rifiutare ciò che non è gradito.

In sostanza, sapersi esprimere liberamente, con coraggio, senza indugi e senza remore, è senz’altro un tratto peculiare di una persona assertiva. Dal momento che, quando si è sicuri di sé e si confida nelle proprie idee, non si ha paura di esprimere la propria opinione anche in una situazione di conflitto. Contrariamente, una buona parte di individui in situazioni di confronto, reagisce delegando ad altri le decisioni e il da farsi, facendosi così controllare (individuo passivo), oppure, un’altra quota di persone tende a perdere il controllo e ad assumere atteggiamenti aggressivi. Diversamente, l’individuo assertivo è sempre padrone di sé stesso e della situazione, poiché egli è consapevole che ogni scontro, se opportunamente gestito, può rappresentare una buona occasione di crescita. Aspetto essenziale, però, è che il grado di autostima, sia realmente fondato su concrete risorse e abilità, sia personali, che professionali e non velleitarie. Contrariamente, un comportamento assertivo che non scaturisca da competenze reali non è credibile.

Nella maggior parte dei casi, scarsa autostima e bassa assertività sono strettamente legate ad una mancante conoscenza di sé stessi che, non solo è comune, ma è purtroppo considerata dilagante normalità. Basti pensare a tutte quelle situazioni in cui qualcuno tenda a farci notare parti di noi che solitamente celiamo o di cui non siamo affatto consapevoli, facendoci sentire scoperti e giudicati. Oppure, quelle situazioni in cui qualcuno si sia rivolto a noi con giudizi o commenti di disapprovazione, generando sofferenza e abbassando il livello di autostima. In questi casi è importante comprendere che senza la nostra autorizzazione, l’autostima non può essere scalfita. Nessun’altro potrà cambiarla se noi non l’autorizziamo.

Senza la nostra autorizzazione, quindi, l’autostima non può essere intaccata.

La nostra autorizzazione è particolarmente preziosa e necessaria, nell’acconsentire un processo di trasformazione degli effetti di esperienze passate che hanno influito negativamente sul valore che noi attribuiamo a noi stessi. In qualsiasi momento della vita e solo attraverso il nostro permesso, la nostra volontà e il nostro impegno si può attuare una personale trasformazione volta a migliorare la propria autostima. L’autostima, infatti, si evolve per tutto il corso dell’esistenza e la sua qualità è modificabile.

È importante comprendere una realtà assoluta, vale a dire, che noi siamo qui per fare la differenza nella nostra vita, a questo serve l’autostima! Perciò, migliorando l’autostima, si potranno ottenere maggiori risultati, più riconoscimento e maggiore soddisfazione e di conseguenza migliorerà il rapporto con noi stessi e con gli altri.

Allo stesso modo è possibile accrescere, apprendere o perfezionare un comportamento assertivo, lavorando sulla nostra modalità di comunicare efficacementeL’assertività come sopra esaminato, in fondo, è una competenza comunicativa che si può sviluppare attraverso un percorso di counseling o di coaching.

In conclusione, è senz’altro possibile uscire da questo stato di scarsa autostima, mancante conoscenza di sé e conseguente sofferenza interiore, intraprendendo un processo di consapevolezza. In fondo, è solo attraverso l’esercizio del libero arbitrio che possiamo scegliere di rimanere o uscire dallo stato nel quale ci troviamo. Dipende solo da noi!


Se desideri sviluppare o migliorare la tua condizione, prendi un appuntamento con me per definire un piano individuale.

Ti aspetto,

AnnaMariaLeMoli

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